Senza desideri di conquista. Un’esperienza salutare e nobile
Vi sono luoghi in cui la storia, con la sua carica positiva e negativa di eventi, vive non solo nella memoria, ma anche nei monumenti che l’hanno segnata. I libri di scuola le dedicano qualche riga, i romanzi d’avventura fanno tracimare la fantasia e i film spettacolarizzano tutto, anche ciò che c’è di drammatico. La religione, non di rado, ha reso essa stessa palpabili i sentimenti umani e spirituali delle popolazioni, dando loro significative espressioni artistiche. Ma nulla rende giustizia a chi ha portato le conseguenze delle distruzioni culturali, né si potranno mai difendere azioni che sarebbero dovute essere diverse.
Chi arriva a Santo Domingo, la grande isola dei Caraibi toccata da Colombo nel suo primo viaggio verso le Indie, rimane subito attratto dalla Ciudad Colonial, il primo insediamento spagnolo che conserva ancora le sue vie originarie dai nomi altisonanti (Isabela la Catόlica, Puerta Grande, Calle del Conde, ecc.), oggi alquanto ristrette da larghi marciapiedi per favorire i turisti alla ricerca di negozi e di piazzette vivacizzate da orchestrine al suono di merengue, bachata e salsa. Non si può poi non rimanere affascinati dalla sua natura, in un contesto al tempo stesso ricco di una flora lussureggiante e colorata, di frutti tropicali e da un clima stabilmente caldo-umido.
Colombo, dopo lunghe peripezie anche da morto, riposa qui, in un mausoleo-museale.