Il senso del pellegrinaggio
Nel pellegrinaggio volgiamo il nostro sguardo verso la dimensione spirituale del nostro essere, spesso messa in second’ordine rispetto alle quotidianità che normalmente richiedono la nostra attenzione; in questo percorso lasciamo le comodità abituali e ci concentriamo sull’essenziale.
Il pellegrinaggio a Roma ha assunto un'importanza particolare a partire dalla fine delle persecuzioni dei cristiani nell'Impero romano (Editto di Milano dell'imperatore Costantino nel 313). Da quel periodo si è sviluppato il desiderio spirituale di visitare le tombe degli apostoli Pietro e Paolo, oltre ai luoghi santi di Gerusalemme.
Nel XIII secolo con il Papa Bonifacio VIII si istituzionalizzò il Giubileo a Roma e il pellegrinaggio è uno degli elementi richiesti per vivere questa esperienza di grazia. «Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio» ricordava la Misericordiae Vultus n°14, Bolla di indizione del precedente Giubileo della Chiesa Cattolica nel 2015-2016.
Cammino nello spazio dunque, ma anche cammino nel tempo della nostra vita, perché nella dinamica del pellegrinaggio ci concediamo la possibilità di “fermarci” e forse di invertire rotta, se necessario: il pellegrinaggio è dunque tempo di conversione. L’accostarsi al sacramento della riconciliazione è un momento centrale del pellegrinaggio perché prepara il cuore a ricevere il dono di una vita nuova in Dio.
(Luglio 2025)