Natale in Terra: gli auguri del Gran Magistero

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Buon Natale L'albero di Natale e le luci nella piazza di fronte alla Basilica della Natività a Betlemme. Copyright: Municipalità di Betlemme

Gesù Figlio di Dio, nato da donna, Figlio di Maria, Figlio di Giuseppe, noi ti aspettiamo a Natale.


Noi Cavalieri e Dame dell’ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ti aspettiamo quaggiù
, sulla terra, su tutta la terra, dalla Terra del Fuoco alla terra del ghiaccio del Nord, dall’Estremo Oriente all’estremo Occidente. Noi siamo qui e tu verrai proprio qui, vicino a noi, in mezzo a noi, su questa terra che geme nelle doglie del parto, che scuote le sue viscere, per quale parto? Quali saranno le cose nuove che nasceranno sopra le rovine delle case e delle cose umane? Se non ci fossi tu, niente sarebbe nuovo sulla terra, tu che fai nuove tutte le cose.


Noi ti aspettiamo quaggiù, sulla tua terra, santa anche per noi
, che l’amiamo e sentiamo nostra: questo è il mistero della tua incarnazione e della nostra nascita in te. Questa è davvero la cosa nuova che solo tu puoi fare. Grazie a te, santo Figlio di Dio, santo Figlio della terra!


Noi ti aspettiamo quaggiù dentro le viscere della terra, nell’oscurità povera di una grotta
, dove anche noi ci sentiamo a casa. La tua Betlemme, “casa del pane” che protegge e nutre la tua vita e alimenta la nostra fede. Quante volte ti abbiamo trovato e adorato, come i pastori, noi pellegrini, ma fratelli tuoi, in quella tua casa e nostra dimora, dove Maria e Giuseppe ci ospitano e offrono ancora oggi il pane della vita!


Noi ti aspettiamo quaggiù, alla culla di Betlemme attendendo da te il pane della pace per la tua terra
, terra di Betlemme, di Gerusalemme, di Nazaret, per ogni contrada dalla Galilea alla Giudea, dai cedri del Libano al deserto d’Egitto, da Oriente a Occidente, da mare a mare, mare di pace che lasci passare a piedi asciutti i nuovi figli d’esodo, non più tomba di esuli.


Noi ti aspettiamo quaggiù, adagiato da Maria tua Madre nella mangiatoia degli animali
, e ricordiamo che altre mani un giorno ti deposero nella tua tomba. Era la vigilia del sabato, tempo di riposo e di pace. Dona pace dal tuo Santo Sepolcro, che attira il nostro desiderio e riempie la nostra vita, dandoci un nome nuovo. Siamo tuoi, Gesù, Figlio di Dio, di Maria, di Giuseppe. Siamo tua famiglia: dà pace alla tua terra.


Mons. Fortunato Frezza

Cerimoniere dell'Ordine


(22 dicembre 2016)